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venerdì 14 gennaio 2022

Costruire la qualità della Cura.

Si può costruire la qualità della Cura senza un progetto di miglioramento? di Letizia Espanoli “Cara Letizia, sono il direttore di una residenza per anziani che negli ultimi due anni è drammaticamente tornata indietro: le nostre relazioni sono diventate dure, sembriamo sempre occupati a ricercare un colpevole e mai una soluzione; la qualità della vita dei nostri ospiti è scesa: prima le giornate si riempivano di visite, di persone. Oggi solo di incontri programmati e sono diventati sempre più difficili. Non vedo più un orizzonte. Non so più da che parte cominciare”. E’ una delle tantissime mai che arrivano alla casella di posta del Sente-mente® modello. Una dichiarazione lucida di fatica di guardare alla speranza come a qualcosa che diventa capace di allenare lo sguardo al futuro, nonostante tutto. Non speriamo in un futuro migliore. Noi costruiamo con Speranza un Futuro migliore. Nel 2002, Charles Snyder, psicologo, iniziò a lavorare sulla speranza e la definì cosi: “avere speranza è come avere un arcobaleno personale nella nostra mente”. Ed ancora nei suoi studi egli ci ricorda che essa non fa parte delle qualità dell’essere, ma è un’abilità del fare, del saper far accadere. Gli studi scientifici ci dicono che la speranza è costituita da tre elementi: la capacità di aver chiaro nella tua testa un risultato che vuoi raggiungere e che sia di valore la capacità di sviluppare strategie specifiche per raggiungere questo risultato la capacità di avviare e di sostenere la motivazione per usare quelle strategie. Gli studi di questi ultimi 20 anni ci dicono che se noi riusciamo ad allenare la speranza come una componente fondamentale delle nostre competenze, ci ritroveremo ad avere: più energia vitale più fiducia più benessere migliori relazioni più autostima uno sguardo capace di cogliere la sfida, di assumerci la responsabilità. Con la Speranza allora saremo in grado di diminuire la sensazione di ansia, di incertezza, di vulnerabilità, che sono tutte sensazioni che abbiamo ampliamente sperimentato in questi ultimi due anni e che hanno portato moltissime persone a non essere in grado di fare più progetti. Senza una progettualità diventiamo organizzazioni senza speranza e senza speranza le organizzazioni si infrangono nel muro della fatica, dell’incapacità di vedere il futuro. Quando noi sviluppiamo la speranza sviluppiamo anche la gioia. E allora come fare a sviluppare la speranza per la tua organizzazione? 1. Inizia a fare, insieme con il tuo team, l’elenco delle criticità presenti nella tua organizzazione oggi. Magari dividile nelle categorie residenti, professionisti, famiglie, organizzazione culturale interna. (Es. una lavanderia che fatica a stare al passo con le richieste delle comunità è una tematica organizzativa. Forse è ora che qualcuno studi i processi organizzativi interni (i capi vengono piegati subito appena usciti dall’asciugatrice oppure vengono accatastati e stirati successivamente? … Comprendi facilmente che la scelta della modalità operativa influenzerà l’efficacia, che studi l’efficienza delle macchine, che ragioni sulla possibilità di affidare ad altri la gestione. Insomma, azioni concrete che risolvano definitivamente il problema. Oppure un dipendente che superato il periodo di prova si rivela totalmente inefficace apre alla tematica: chi seleziona? Quali sono i criteri con i quali seleziona? Chi crea un piano di formazione adeguato alla crescita in azienda? Chi valuta sul campo secondo quali criteri? I criteri sono realmente oggettivi e rispondono all’identità della Cura oppure sono nella “pancia” del responsabile? Eccoci allora ancora una volta davanti ad una tematica organizzativa). Nulla danneggia di più l’organizzazione di una soluzione “cerotto”. Sono proprio le soluzioni tentate e non riuscite che esasperano l’organizzazione. Una volta che hai definito questa lista chiediti quali sono le 4 cose che vuoi cambiare nella tua organizzazione. Lo so che ora mi dirai “solo quattro Letizia?”. Si, perché nulla cambia in un attimo. Non basta volerlo. Non basta chiamare qualcuno a fare formazione agli operatori. Ciò che è necessario è che tutta l’organizzazione abbia chiaro quale obiettivo stiamo perseguendo. Ogni operatore sarebbe felice di far accadere delle cose che porteranno serenità, qualità di vita, bellezza. Ma ogni operatore è anche “risucchiato” dalla quotidianità delle azioni. Questo “vortice” annulla spesso la possibilità di arrivare con successo ai nostri risultati. Ecco perché non possiamo porci più di 4 risultati da raggiungere. Es. 1) miglioramento delle consegne, 2) miglioramento della capacità di accogliere e garantire benessere alle persone con demenza, 3) miglioramento della giornata di vita per i residenti e creazione di piani di lavoro di qualità per i professionisti, 4) creazione di equipe mensili capaci di creare coinvolgimento e appartenenza. Questi sono i quattro obiettivi di una residenza per anziani per l’anno 2022. Per ciascuno abbiamo definito COME, COSA, QUANDO, CHI, CON CHI, PERCHE’ e siamo pronti a vivere il nostro viaggio. 2. Aspettati dei blocchi e preparati perché la strada verso l’obiettivo non è mai semplice. Avere Speranza significa sapere che troveremo degli ostacoli e saper definire prima del viaggio quali saranno le tue azioni davanti all’ostacolo. 3. Chiediti ora: quali sono le competenze da allenare in me stesso? Nella mia squadra? Di cosa devo riempire lo spazio tra il mio desiderio e il raggiungimento del risultato? Spesso di nuove abilità. Si può fare Cura senza un reale progetto di miglioramento? No, assolutamente no. Le residenze per anziani che non si stanno fissando degli obiettivi sono destinate ad un 2022 fotocopia degli anni precedenti, a veder aumentare il livello di stress degli operatori, a fare i conti con gli aumentati conflitti con le famiglie, ma soprattutto sono destinate a veder diminuire il loro valore sul Territorio.

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