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sabato 24 luglio 2021

Aborto: diritti e risposte

La Legge per tutti Diritto e Fisco Costume e società Aborto: diritti e risposte 23 Luglio 2021 Autore: Redazione Richiedi una consulenza ai nostri professionisti Pubblicità Come e quando abortire: i diritti della minorenne, quando abortire senza il permesso dei genitori. Come tutti sanno, l’aborto è l’interruzione della gravidanza. Qui di seguito risponderemo ad alcune delle domande più frequenti sull’aborto: ecco i diritti e le risposte per la gestante che intende portare a termine spontaneamente la gravidanza, quando si può abortire, a partire da quale età, come rivolgersi a un consultorio, quali eventuali autorizzazioni sono necessarie. Ma procediamo con ordine. Indice 1 Quante forme di aborto esistono? 2 Chi può decidere di abortire? 3 Quando l’aborto è reato? 4 Entro quanto tempo si può abortire? 5 Come si fa l’aborto spontaneo? 6 Dove si può abortire? 7 La donna che decide di non abortire può restare anonima e abbandonare il bambino? 8 Come funziona l’aborto terapeutico? 9 Esiste un termine per l’aborto terapeutico? 10 Se una minorenne vuole abortire è necessario dirlo ai genitori? 11 Quando abortire senza il permesso dei genitori? 12 Sull’aborto esiste la privacy? Quante forme di aborto esistono? L’aborto può essere di tre tipi: «spontaneo», «provocato» o «terapeutico». Pubblicità L’aborto spontaneo è quello determinato non già dalla volontà della gestante ma da fattori clinici, ossia da una problema nella gestazione che porta alla morte del feto prima del termine necessario alla vita. L’aborto provocato, invece, è quello che dipende dalla volontà della donna. L’aborto terapeutico è quello praticato ove sussista un grave rischio di vita per la donna che dovesse portare a termine la gravidanza. Chi può decidere di abortire? Solo la donna ha il potere di scegliere se abortire o portare a termine la gravidanza. Il padre non ha alcun diritto in proposito: la sua volontà, eventualmente diversa da quella della sua compagna, non rileva. Pubblicità Quindi, l’uomo non può impedire alla donna di abortire così come non può obbligarla a farlo. Quando l’aborto è reato? Prima della legge 22 maggio 1978, n. 194, l’aborto era sempre considerato un crimine. Oggi, abortire non è più reato purché la scelta venga eseguita entro un certo termine, scaduto il quale continua ad essere vietato, sia per la donna che per il medico che procede all’intervento. Entro quanto tempo si può abortire? La legge ammette l’aborto purché praticato entro 90 giorni dal concepimento. Pubblicità L’aborto volontario, effettuato oltre i 90 giorni previsti dalla legge o con modalità diverse da quelle che indicheremo a breve, è ritenuto reato ma la pena è diversa a seconda che si tratti del medico o della madre. In particolare: per il medico scatta la reclusione fino a 3 anni per la persona che lo provoca; per la madre scatta l’ammenda fino a 516 euro. Se tuttavia la madre è minorenne, non è punibile. Come si fa l’aborto spontaneo? La donna che intende abortire deve rivolgersi a un consultorio pubblico o a una struttura sociosanitaria abilitata dalla regione o a un suo medico di fiducia i quali, dopo aver valutato il caso e fatti gli opportuni accertamenti, rilasceranno, eventualmente, un certificato idoneo all’interruzione della gravidanza. Pubblicità Dove si può abortire? L’aborto deve necessariamente avvenire nelle strutture ospedaliere indicate dalle Asl. Al momento dell’intervento, deve sussistere chiaramente il consenso della donna che non deve essere frutto di una minaccia o di una coazione psicologica da parte dell’uomo. L’aborto senza il consenso della madre è ritenuto invece un reato molto grave ed è punito con la reclusione da 4 a 8 anni. La donna che decide di non abortire può restare anonima e abbandonare il bambino? La donna può decidere di portare avanti la gravidanza ma di abbandonare il figlio poi alla struttura ospedaliera senza riconoscerlo. Tale diritto le è consentito dalla legge che ne tutela anche l’anonimato: finché cioè la madre non muore, il figlio non ne potrà conoscere l’identità. Pubblicità Come funziona l’aborto terapeutico? L’aborto terapeutico è consentito solo quando la prosecuzione della gravidanza comporta un grave rischio di vita per la madre o quando sono accertate anomalie o malformazioni del bambino. Esiste un termine per l’aborto terapeutico? Anche per l’aborto terapeutico la legge prevede un termine massimo anche se molto più ampio rispetto all’aborto volontario. In tale ipotesi, l’interruzione di gravidanza può essere eseguita anche dopo 90 giorni purché entro il quinto mese dal concepimento. Se una minorenne vuole abortire è necessario dirlo ai genitori? Se la richiesta di aborto è fatta da una ragazza minorenne (ossia di età inferiore ai 18 anni) è necessario il consenso di chi esercita sulla donna stessa la potestà genitoriale o la tutela. Quindi, la ragazza deve dirlo ai genitori che dovranno autorizzare l’aborto. Pubblicità Se manca l’autorizzazione dei genitori o del tutore, l’aborto costituisce un reato solo per il medico ma non per la giovane. Quando abortire senza il permesso dei genitori? Sono previste delle eccezioni alla regola secondo cui la minore deve ottenere l’autorizzazione dei genitori. Innanzitutto, nei primi novanta giorni, in presenza di seri motivi che sconsiglino la consultazione dei genitori, oppure questi, interpellati, rifiutino il loro assenso o esprimano pareri tra loro difformi, il consultorio, la struttura socio-sanitaria o il medico di fiducia presso cui si è rivolta la donna può partorire anche senza il consenso dei genitori, previa però autorizzazione del giudice tutelare. Il giudice, entro cinque giorni, sentita la donna e tenuto conto della sua volontà, delle ragioni che adduce e della relazione trasmessagli dal consultorio o dalla struttura medica, può autorizzarla ad abortire. Pubblicità In sostanza, se la minorenne ritiene non opportuno informare il padre e la madre di essere incinta oppure se già sa che questi ultimi non la faranno abortire può procedere da sola presentando un’istanza al giudice del tribunale dov’è residente. Inoltre, se il medico accerti l’urgenza dell’intervento a causa di un grave pericolo per la salute della minore di diciotto anni, indipendentemente dall’assenso dei genitori e senza adire il giudice tutelare, certifica l’esistenza delle condizioni che giustificano l’interruzione della gravidanza. Sull’aborto esiste la privacy? La legge prevede un obbligo di riservatezza per il medico e la struttura sanitaria che esegue l’interruzione di gravidanza: chi rivela il nome della donna che ha abortito è punito con la reclusione fino a 1 anno. Pubblicità Chi smette di lavorare ha la disoccupazione Play Video Condividi Viber Facebook Twitter Telegram Whatsapp E-Mail Pinterest LinkedIn Aggiungi un commento Potrebbe interessarti anche Nuova Toyota Yaris Hybrid. Unica, come l’auto dell’anno 2021. Scoprila. Nuova Toyota Yaris Hybrid. Unica, come l’auto… Toyota L'INPS offre prestiti agevolati in convenzione. Verifica subito se rientri! 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giovedì 15 luglio 2021

Manifesto sui diritti delle Donne e delle Ragazze con Disabilità nell’Unione Europea.

Forum Europeo sulla Disabilità, Secondo Manifesto sui diritti delle Donne e delle Ragazze con Disabilità nell’Unione Europea.
Uno strumento per attivisti e politici, adottato dall’Assemblea Generale del Forum Europeo sulla Disabilità (EDF)nel 2011, versione in lingua italiana approvata dal Forum Europeo sulla Disabilità. Di seguito il link: http://www.informareunh.it/wp-content/uploads/2ManifestoDonneDisabiliUE-ITAapprovato.pdf Esso è disponibile che in versione facile da leggere, e nella versione in comunicazione aumentativa alternativa – CAA. Un cordiale saluto e buona lettura Informare un’h - Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli, Peccioli (PI)

sabato 10 luglio 2021

Prendersi cura del Partner a letto. Dormendo

Dormire nello stesso letto favorisce la secrezione di ossitocina, detto ormone dell’amore, che rinforza il legame tra i coniugi. Prendersi cura del coniuge… dormendo! Il semplice fatto di dormire l’uno attaccato all’altro rafforzerebbe il legame coniugale. La prossimità dei corpi, infatti, invia all’ipotalamo un segnale che provoca la secrezione di ossitocina, l’ormone dell’amore e del legame, lo stesso secreto nel corso dell’allattamento (e del parto, e dell’orgasmo) per favorire il legame del neonato con la madre (e dei coniugi fra loro). Una constatazione fisiologica condivisa da Flavie Taisne, sessuologa e consulente coniugale a Rambouillet, che consiglia ai suoi pazienti – quale che sia la loro età – di non arrivare mai a dormire separatamente: «Il rischio – spiega – è di trovarvi rapidamente un certo comfort, ma a detrimento di un grande beneficio di coppia». Effettivamente la tendenza del giorno è allo “sleep divorce” (letteralmente, “divorzio nel/del sonno”), una pratica germinata negli Stati Uniti e nel Regno Unito, lì resa popolare negli scorsi decenni soprattutto dalla regina d’Inghilterra e dal duca di Edimburgo, e che sembra spopolare anche al di qua dell’Oceano e della Manica. È una tendenza in crescita che si iscrive in una evoluzione più generale in seno alla coppia, in cui ciascuno vuole avere più spazio e più tempo per sé. Così già nel 2015 spiegava il sociologo Jean-Claude Kaufmann, in occasione dell’uscita del suo libro Un lit pour deux [“Un letto per due”, N.d.T.] (Lattès). Se nel 2015, secondo uno studio Ifop, l’8% delle coppie francesi dormivano in camere separate, la crisi sanitaria (con gli obblighi di distanziamento) e il modello anglosassone sembrano aver accelerato il fenomeno, non soltanto tra le coppie di anziani ma anche tra i giovani. Gli argomenti avanzati sarebbero una migliore qualità del sonno, una certa indipendenza e anche, per alcuni, una ripresa della vita sessuale in forza degli “inviti” che i coniugi si lancerebbero di notte in notte. E poi ci sarebbe anche una liberazione della donna, che nel letto coniugale starebbe “sotto la pressione del desiderio maschile”: Il letto diventa oggi sempre più – analizza Jean-Claude Kaufmann – lo strumento della lotta contro lo stress della duplice giornata femminile». Il fenomeno riguarda un po’ tutte le fasce di età, ma incide maggiormente sulle coppie fra i 50 e i 60 anni: è questa l’età che le persone hanno in media quando i figli lasciano il tetto parentale e i coniugi fanno fatica a ritrovarsi faccia a faccia. Inoltre, sottolinea il sociologo, «lasciando il domicilio famigliare, i figli liberano una camera e un letto al contempo, occasione che permette di passare all’atto». Leggi anche:Al via gli ultimi dieci anni (decisivi) della “guerra dei sessi”: il nuovo libro di Thérèse Hargot Privarsi di momenti di tenerezza Nondimeno, per Flavie Taisne, è importante (finché si può) custodire il letto coniugale. Oltre al rischio di costruire vite parallele, dormire separatamente conduce a privarsi di momenti di tenerezza altamente benefici per la coppia! San Tommaso d’Aquino parlava di “comunità di letto” – secondo lui, la coppia doveva avere la propria camera e il proprio letto. San Francesco di Sales benedice il talamo nuziale, «luogo di un amore tutto sano, tutto sacro, tutto divino», insinuando con ciò che i rapporti coniugali – oltre al fine procreativi – permettono di alimentare l’affetto e la buona intesa della coppia. Senza contare che dormire insieme facilita la preghiera di coppia, quando la si fa la sera tardi! A quanti per le più svariate (e talvolta legittime) ragioni vorranno lasciare il letto coniugale, la sessuologa propone numerosi accorgimenti: ove uno dei due russi, per esempio, c’è tutta una gamma di interventi dai cerotti nasali (e dai tappi per le orecchie) fino all’operazione chirurgica. Se i coniugi si disturbano a vicenda, può essere utile investire in un letto più grande… Esiste sicuramente una soluzione in virtù della quale i coniugi troveranno un beneficio sicuro per la coppia. Mathilde De Robien - pubblicato il 09/07/21 Tags: CONIUGI MATRIMONIO SESSO SESSUALITÀ VITA CONIUGALE

Toscana. Novità per i gravissimi

Toscana, nuove disposizioni per le persone con disabilità gravissime SIMONA 17 GIUGNO 2022 Nei giorni scorsi la Regione Toscana ha introd...